Villa comunale, persistono gli imbrattamenti. Giorni, settimane e mesi sono trascorsi da quando si è posta all’attenzione della comunità di Santa Maria Capua Vetere la criticità relativa al deturpamento del monumento ai Caduti Garibaldini, Da Natale a Pasqua, le scritte indecorose insistono sporcando la bellezza e la storia sammaritana. Nulla si è fatto per porre rimedio o almeno cancellare gli antipatici “graffiti”.

VILLA COMUNALE E SENSO CIVICO

Non può bastare fare appello al senso civico che evidentemente è manchevole in una fetta di popolazione. In una intervista di qualche mese fa, l’assessore con delega al decoro urbano, Edda De Iasio, si è impegnata ad intraprendere un percorso continuativo con le scuole per scongiurare fatti di questo tipo. L’intento nobile di accrescere il rispetto e la conoscenza per il bene comune nelle future generazioni è auspicabilmente un obbiettivo di lunga durata che non può manifestarsi nel breve periodo.

Graffiti villa comunale 3

VILLA COMUNALE E POSSIBILI SOLUZIONI

Di fatto il Comune in questi mesi non si è curato di pulire il monumento che domina la villa comunale. Le telecamere poste ai lati non hanno prodotto effetti risolutivi in considerazione delle difficoltà ad attribuire un nome e un cognome agli autori da una semplice immagine. Quello che, invece, può fare il comune è pulire il monumento anche con l’aiuto delle associazioni presenti sul territorio. A Napoli, ad esempio, nel marzo del 2021, si è provveduto alla pubblicazione di una manifestazione di interesse per coinvolgere i cittadini nella pulizia dei siti pubblici oggetto di imbrattamenti. Un’altra possibile azione da mettere in campo come deterrente sarebbe quella di installare una recinzione per ostacolare materialmente la malsana idea di deturpare un bene che racconta una parte importante della storia sammaritana.

L’INERZIA DEL SINDACO

A riprova dell’ inerzia della Giunta Comunale è la mancata risposta ad una lettera inviata al sindaco dal consigliere comunale di opposizione, Lello Aveta. L avvocato già a metà febbraio sollecitava il primo cittadino, Antonio Mirra, a provvedere alla pulizia del sacrario e al contempo si rendeva disponibile ad occuparsene in prima persona laddove si registrasse l’impossibilità di un tempestivo intervento.