Angela Merola e Giusy D’Angelo da San Prisco hanno creato un progetto che miscela arte e passione per la storia e la cultura. Un unicum in Italia “La storia non deve rappresentare tempi dimenticati”

Angela Merola è un avvocato di San Prisco in provincia di Caserta. Da molti anni ha abbinato alla professione lo studio della storia medievale e la passione per la lettura di romanzi d’ambientazione storica come “Terra straniera” di Giovanni Melappioni. Inizia nel 2019 la stesura del suo primo romanzo storico e nel 2020 realizza un progetto dove la scrittura si trasforma in arte figurata attraverso il ricamo che diventa il mezzo per raccontare imprese di uomini e fatti storici.
“ Sono molti anni che mi documento sulla storia medievale. Approfondendo le mie ricerche ho iniziato a prendere appunti traendo l’ispirazione che mi ha spinto a dare corpo alla stesura di un romanzo, che nasce sullo sfondo di un avvenimento storico conosciuto come “Guerra delle due Rose”, dove il continuo intrecciarsi di eventi passati e presenti costituiscono i fili narrativi che tessono l’arazzo che descrive le battaglie della vita del protagonista, che affonda le proprie origini nella dinastia franco – normanna dei Plantageneti discendenti da Guglielmo il Conquistatore. La stesura di “Aberfoyl. Le Battaglie della vita” ha sollecitato -continua Angela- una mia particolare riflessione sul periodo Normanno che mi ha portato all’analisi del famoso Arazzo di Bayeux, un capolavoro medievale giunto fino a noi, realizzato intorno alla seconda metà dell’XI secolo in Normandia o in Inghilterra. Da qui l’avvio nel 2020, in collaborazione con Giusy D’Angelo, di un progetto storico intitolato “Incontro con i Normanni”, ispirato alle vicende della Normandia, strettamente intrecciate con il nostro Meridione e con l’Inghilterra. Il progetto rappresenta un vero e proprio viaggio nella storia, nel regno dei Normanni. Questi uomini d’armi, che muovendosi per tutti i mari con le loro navi veloci si erano conquistati la fama di guerrieri mercenari abili e feroci, agli albori del secolo XI raggiunsero anche il sud Italia: una terra straniera con territori da conquistare. Sul punto si ricordano il normanno Rainulfo Drengot conte di Aversa e Guglielmo d’Altavilla.

Il progetto è suddiviso in due parti. La prima parte, intitolata” Il piacere di ricamare a punto Bayeux”, si presenta come un racconto figurativo della Conquista Normanna dell’Inghilterra finalizzato alla riproduzione su tela, attraverso una particolare tecnica da ricamo di epoca normanna, di alcune scene raffigurate nella celebre tappezzeria di Bayeux. Personaggi storici, cavalieri, cavalli e imbarcazioni sembrano prendere vita animando il ricamo e subito si viene rapiti dalla narrazione contenuta nella breve didascalia posta a corredo di ogni arazzo realizzato, che ne racconta la storia, trasportando l’osservatore in un mondo medievale che corre su pregiati fili di lana colorati, intessuti su tela di puro lino. Allora viene naturale immaginare quelle vicende storiche millenarie lasciandosi conquistare dal fascino travolgente che solo la storia può infondere.
La seconda parte del progetto, sempre dedicata ai Normanni, grazie ai quali in Europa si verificò un’imponente crescita economica che coinvolse anche il nostro meridione, è intitolata “La pianta che illuminava la notte”, un racconto sullo sviluppo dell’ olivicoltura nel nostro Mezzogiorno. Ciò spiega perché su alcune tele ricamate figurano contestualmente scene di alberi d’ ulivo e normanni. Tra l’altro sono numerose le testimonianze di donazioni che avevano per oggetto l’ulivo nel periodo normanno.
“Il nostro obiettivo è stato quello di creare le premesse affinché la storia non rappresenti tempi dimenticati e mantenere viva una tecnica da ricamo risalente all’XI secolo utilizzata per la realizzazione del celebre “Arazzo di Bayeux”, probabilmente attribuibile alla regina Matilde di Normandia consorte di Guglielmo il Conquistatore. A dispetto del nome – Continua Giusy D’Angelo, originaria di San Prisco, che condivide con Angela la medesima passione per la storia e l’arte per il ricamo – in realtà si tratta di un tessuto di lino ricamato in lana lungo 70 mt e alto 50 cm, realizzato tra il 1070 – 1077 su volere del vescovo Odone. L’Arazzo, esposto presso il Museo Guillaume le Conquèrant nella città di Bayeux, è una sorta di cortometraggio che documenta, con iscrizioni in latino, gli eventi dal 1064 al 1066 culminati con la Conquista Normanna dell’Inghilterra nella decisiva battaglia di Hastings. Il suo valore è inestimabile ed è stato inserito dall’ Unesco nel Registro della Memoria del Mondo, trattandosi di una fonte storica unica al mondo è tutt’oggi oggetto di studio.
Nasce, quindi, la voglia di esercitarsi con il ricamo per ripetere quelle storie narrate da nobildonne del passato con una tecnica che, in base alla nostra esperienza nell’arte del ricamo, non è stato difficile riprendere. Clare Hunter nel suo libro “I filati della vita” ci parla dell’importanza del ricamo e come questo, in passato, oltre a rivelarsi una forma potente di comunicazione, è stato sempre presente nell’educazione della donna. Si ricorda infatti come un tempo Arazzi, Stendardi e Vessilli che garrivano al vento costituivano un efficace veicolo di trasmissione di messaggi allo stesso modo come lo sono oggi la stampa e il digitale.
La maestria di Angela e Giusy poggia su una tecnica piuttosto antica per poter riprodurre scene rappresentative dell’Arazzo di Bayeux, ma anche di altri motivi. Al fine di ottenere un’ottima qualità del prodotto utilizzano una tela di puro lino 24 fili colore ecrù e un pregiato filato di lana crewel 100%, prodotto in Inghilterra, particolarmente apprezzato per i colori e il fatto che possiede un’ottima resistenza al tempo. Il risultato, visionabile sulla pagina facebook “Storia Arte Cultura con Angela e Giusy” è a dir poco strabiliante, di ottima fattura e di grande impatto visivo, capace di suscitare stimoli sensoriali ed emotivi in particolare modo al tatto e non può non lasciare a bocca aperta. Un’attività di studio finalizzata alla riproduzione su tela di avvenimenti storici comporta settimane, o meglio, mesi di lavoro impegnativo, ma estremamente appagante.