Di Claudia Ausilio e Salvatore Russo

Passo in avanti per il recupero strutturale di Palazzo Teti a Santa Maria Capua Vetere. L’Amministrazione in queste ore ha proceduto ad affidare all’ingegnere Nicola d’Angelo la verifica del progetto definitivo ed esecutivo oltre al supporto al Rup (responsabile unico del procedimento, ndr). Lo storico immobile di via D’Angiò sottratto alla camorra, da anni viva in condizioni di abbandono con gli evidenti ponteggi fronte strada inutilizzati. Più volte nel corso del tempo è stato saccheggiato, privandolo delle sue preziose ricchezze artistiche e occupato dai senza fissa dimora per trascorrerci la notte. Il suo recupero rappresenta uno dei primari obiettivi della Giunta Mirra. Già nel corso della prima consiliatura era inserito nel DUP (documento unico di programmazione, ndr) tra le opere da realizzarsi. Ed anche per questo secondo mandato, per Palazzo Teti si è ribadita la volontà di restituirlo alla cittadinanza sammaritana. Il progetto, nelle intenzioni del sindaco, è quello di farne un grande polo culturale grazie al sostanzioso contributo economico dello Stato di circa un milione di euro.

Palazzo Teti
Palazzo Teti, via D’Angiò

Palazzo Teti. La storia

Palazzo Teti fu costruito nel 1839 come residenza dell’avvocato Filippo Teti e costituisce un classico esempio di architettura locale dei primi dell’Ottocento. In seguito il palazzo fu acquistato dalla Famiglia Maffuccini. Nel 1860 vi alloggiò Giuseppe Garibaldi ed il 2 Novembre vi fu firmata la resa dei borbonici (“resa di Capua”), come attesta una lapide all’esterno del palazzo, che si sviluppa su quattro livelli (pianoterra e tre piani).

Palazzo Teti. La struttura

L’intero complesso immobiliare consta di tre edifici adiacenti, di cui uno padronale e due di servizio e da un giardino. Da anni questo gioiello versa in un totale stato di abbandono: l’ala sinistra è pericolante, il soffitto presenta svariate aperture che hanno rovinato l’affresco presente. Al primo piano sono stati portati via i pavimenti e i rivestimenti in marmo della scala che porta alla torre del palazzo dalla quale Garibaldi teneva il territorio sotto controllo, così come l’altare presente in una delle stanze. Oggi il palazzo è soffocato dalla gramigna che ha infestato tutto. Il tetto cade a pezzi e la facciata è transennata. Qui tra la vegetazione, spuntano rifiuti, frammenti di laterizi, cocci di bottiglie, cartacce. Il bellissimo portone principale è sprangato forse da più di vent’anni.

L’edificio è stato confiscato e sequestrato nel 1996 a Santa Maria Capua a Vetere, dove nel 1998 è iniziato il processo Spartacus, uno dei processi più importanti contro il clan dei casalesi. Nel 2010, in occasione dei 150 dall’impresa dei Mille, l’Unione Europea stanziò 3 milioni di euro per la risistemazione del palazzo, con un limite di tempo fino all’anno 2015. Quei soldi non furono mai utilizzati.