SAN PRISCO- In una sala consiliare “F. Zibella” gremita, sabato 19 novembre, Mimmo Pagano autore del libro “Racconti di caccia” ha presentato il suo libro in un incontro con il pubblico.
Dopo i saluti di Marcello Rosmino, Presidente dell’Associazione Storia Locale San Prisco, il sodalizio che ha organizzato l’evento, e del Sindaco Domenico D’Angelo che insieme alla amministrazione comunale ha patrocinato moralmente la serata, l’autore si è spostato fra il pubblico per avere un confronto con gli astanti nel solco di un momento di convivialità.
Il tutto in linea con lo spirito del lavoro di Mimmo Pagano che, come ha spiegato l’autore, è stato concepito per essere un contenitore di ricordi che altrimenti sarebbero caduti nell’oblio.
Gli interventi degli amici di sempre, ovvero Mimmo Carrillo, esponente politico di lungo corso ed ex Vice Presidente della Provincia di Caserta; Lorenzo Stellato ex Sindaco di San Prisco, figlio del mai dimenticato Agostino, storico Sindaco e politico del comune tifatino e Vincenzo Casertano, presidente del sodalizio venatorio ‘Domus Venandi’, hanno ribadito lo spessore culturale e l’animo propositivo di Pagano, ex finanziere, che ha ricoperto incarichi prestigiosi, fra gli altri quello di Comandante del nucleo mobile di Marcianise, oltre che cittadino esemplare in ragione dell’ impegno profuso nella valorizzazione delle tradizioni locali come esponente di primo piano dell’associazione Storia Locale San Prisco.
È stato un momento di grande aggregazione, nel segno di un percorso di approfondimento delle tematiche affrontate nel lavoro di Mimmo che hanno coinvolto il passato e il presente di San Prisco. ‘Racconti di caccia,’ difatti ha offerto spaccati di vita quotidiana e rurale, ambientati sui monti tifatini (fra ricordi e amore per il Tifata) con passaggi che hanno riproposto località del Tifata ormai scomparse come il “boscariello” in località Bersaglio e la “Masseria delle Cicciovettole”. Senza dimenticare la provincia di Caserta e in particolare il territorio dei “Mazzoni” definiti più volte nel passato come la “Maremma casertana”. E’ stato un piacevole incontro, nostalgico quanto basta senza dimenticare però l’attualità, ricordando che tuttora le realtà associative venatorie, al di là delle descrizioni ideologiche, soprattutto nel comune alle pendici del Tifata hanno un forte senso d’identità finalizzato a tutelare il territorio, cosa che hanno fatto in passato e faranno in futuro