Apriamo nuovi spazi alla cultura. Non è solo uno slogan appeso al muro ma l’idea che sostiene il The Open Space di Santa Maria Capua Vetere. Un’area di produzione culturale, condivisione, confronto continuo e per giunta gratuita. Si trova in Corso Aldo Moro, di proprietà della libreria Mondadori, si accede dall’adiacente Galleria oppure dallo stesso esercizio commerciale.

The Open Space, cos’è
Al suo interno troviamo banchetti, sedie e poltrone. Lo spazio è aula studio per gli studenti ma soprattutto centro di interesse culturale per l’organizzazione di laboratori, convegni, presentazioni, tutto ciò che ruota intorno alla cultura. E’ aperto tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 di mattina e dalle 16 alle 20 di sera.

The Open Space, il fondatore Giuseppe Munno
L’Open Space nasce da un’idea di Giuseppe Munno, gestore della libreria Mondadori di Corso Aldo Moro.
«Due anni fa ho avuto questa opportunità. E’ stato il coronamento del sogno di una vita. Sono di Santa Maria Capua Vetere e ho sempre desiderato di avere una libreria tutta mia. Ma ho sempre immaginato la libreria non solo come il luogo fisico in cui si viene ad acquistare un libro ma come condivisione di esperienza, piacere della lettura, confronto tra i lettori – commenta Giuseppe Munno – . Nonostante l’avvento del digitale, la carta resiste. Anzi si lavora di più soprattutto tra i giovani. Un segnale che si conferma da quando ho aperto questo spazio che nasce per rendere completo l’idea di libreria. E’ un luogo aperto alla città – sottolinea Munno – gratuitamente. Chi vuole fare un evento di valenza culturale è nostro ospite. E’ uno spazio di condivisione e produzione di contenuti. Chi ha qualcosa da dire è il benvenuto. La cosa più bella – aggiunge Munno – che la sala è frequentata da molti ragazzi. Sono venuti a studiare anche ad agosto, universitari, liceali che si scambiavano opinioni. Qui si crea contaminazione culturale ed è esattamente quello che avevo in mente fin dall’inizio. In futuro continueremo ad organizzare eventi come mostre di artisti locali ma anche di altri già conosciuti da un pubblico più ampio. Collaboriamo con il Comune, con l’Assessore Ferriero che ci mette passione e competenza, anche con la biblioteca comunale e con Anselmo di Ritmi Urbani. Anche lui rappresenta un presidio culturale della città. Non vende solamente dischi ma crea la possibilità di confronto, di cultura».
The Open Space. Il futuro
«Il mio scopo è creare il bisogno di culturale che poi si spera si possa tradurre anche in acquisti. Se c’è la richiesta di cultura della mia comunità, questa cresce di livello così si può vivere in un contesto più dinamico e si traduce anche in vendita in libreria. C’è l’offerta di libri e di occasioni culturali che ti crea il bisogno, cresce la comunità, viviamo meglio e vendiamo qualcosina in più e questo non fa male. Il libro non diventa il fine ma lo strumento per mettere in campo tante altre attività puntando all’innalzamento del livello culturale. Il libro deve diventare la nutella della cultura, qualcosa di cui non si può fare a meno. Un vero bisogno e non una esigenza del momento».
La vendita online
«Amazon vende meglio delle librerie. Ma vende l’oggetto libro. Noi vendiamo esperienze idee, pareri ed amozioni. Amazon non è un nostro concorrente, vende i codici a barre. Noi vendiamo una esperienza ma dobbiamo essere capaci di costruirla. Essere in grado di capire i bisogni della gente, conoscere il mercato libraio. Non è solo vendita dell’oggetto. Intorno alla merce va costruita l’esperienza»